Di fronte alla riduzione dei redditi, i cittadini hanno risposto incrementando la prudenza. E fanno le formiche, aumentando il risparmio e praticando tagli draconiani alla spesa. Nel solo semestre del lockdown, è scesa di -2.304 euro a livello medio nazionale: quasi il doppio della flessione registrata dai redditi, ma anche in questo caso, però, si evidenziano profonde differenze regionali: le perdite massime si rilevano in Valle d’Aosta (-2.915), Veneto (-2.910 euro) e Toscana (-2.820).
E’ l’effetto della “tempesta perfetta” del Covid 19 che ha spazzato la Penisola colpendo in modo differente, ma ovunque drammaticamente, le diverse regioni del Paese. Secondo le stime dell’Ufficio Economico Confesercenti in Veneto l’epidemia costerà 1480 euro l’anno a famiglia con una flessione del reddito del 4,3% rispetto al 2019.
Cig, bonus, redditi d’emergenza, crediti di imposta e gli altri sostegni introdotti per tamponare l’emergenze non sono dunque bastati a ripianare completamente le perdite e hanno indotto gli italiani ad adottare un atteggiamento prudente contraendo i consumi.
Confesercenti calcola che, a partire dal lockdown, ogni famiglia veneta abbia speso 2910 euro in meno.
Con l’unica eccezione dei beni alimentari, sono diminuite le spese per tutte le tipologie di beni ed in particolare per abbigliamento e calzature (-282) e per i servizi di ristorazione (-235)
Si tratta della regione con la maggior riduzione dei consumi dopo la Valle d’Aosta.
“Dopo il blackout di marzo e aprile dovuto al fermo delle attività, la spesa delle famiglie, a quattro mesi dalla “riapertura”, non ha ancora ripreso un sentiero ben definito di aumento e recupero. Al di là delle differenze territoriali, il quadro è ovunque sconfortante perché i mancati consumi si traducono in un brusco stop alla crescita economica, allo sviluppo delle imprese e alla tenuta occupazionale” – dichiara la presidente di Confesercenti Veneto, Cristina Giussani.
“Non si tratta quindi di crisi dell’offerta ma di una crisi della domanda – prosegue la Giussani – Questi dati confermano, se ce ne fosse ancora bisogno, l’assoluta eccezionalità di una crisi che ha riportato i consumi ai livelli di spesa della metà degli anni Novanta. E’ perciò evidente che l’economia da sola non può ripartire, urge un piano di interventi eccezionale che ridia fiducia alle famiglie e adeguato sostegno alle imprese. Senza massicci e, soprattutto, rapidi nell’applicazione già questo autunno centinaia di imprese – soprattutto quelle di piccole dimensioni- saranno costrette alla chiusura”.
Veneto | Spesa media mensile mar/ago 200 | Differenze mensile 2019 – mar/ago 2020 | Differenza spesa semestrale a famiglia |
Prodotti alimentari e bevande analcoliche | 435 | 8 | 50 |
Prodotti non alimentari | 680 | -205 | -1.227 |
Totale beni | 1.115 | -196 | -1.177 |
Abbigliamento e calzature | 70 | -47 | -282 |
Mobili, articoli e servizi per la casa | 86 | -29 | -174 |
Ricreazione, spettacoli e cultura | 110 | -38 | -226 |
Servizi di Ristorazione | 90 | -39 | -235 |
Totale generale | 2.196 | -485 | -2.910 |
Totale generale | |
Valle d’Aosta | -2.915 |
Veneto | -2.910 |
Toscana | -2.820 |
Umbria | -2.770 |
Emilia-Romagna | -2.751 |
Marche | -2.742 |
FriuliVG | -2.616 |
Piemonte | -2.517 |
Lazio | -2.373 |
Trentino AA | -2.137 |
Sardegna | -2.077 |
Lombardia | -2.008 |
Campania | -1.981 |
Liguria | -1.902 |
Abruzzo | -1.852 |
Basilicata | -1.747 |
Calabria | -1.743 |
Puglia | -1.685 |
Molise | -1.491 |
Sicilia | -1.442 |
Fonte : www.confesercenti.it