Dopo due anni difficilissimi, la ripresa economica è consolidata grazie al ritorno del turismo europeo e internazionale ma questa ripartenza è spesso ostacolata dalla mancanza di personale, soprattutto per le aziende del commercio, hotel, ristoranti, negozi e attività collegate al mondo del turismo.
Negli ultimi due mesi la situazione non è cambiata di molto, anzi: la maggior parte delle attività sono ancora senza lavoratori, costretti spesso a ridurre l’orario dell’esercizio delle loro attività. Tutti alle prese con la stessa difficoltà, ovvero l’assenza di personale, soprattutto nei turni seriali.
Secondo lo studio di Confesercenti Metropolitana Venezia Rovigo, ad oggi, mancano oltre 30.000 lavoratori, ovvero il 40% del personale.
“Possiamo dare a questo fenomeno paradossale le spiegazioni più varie, che vanno dai contratti di lavoro inadeguati, al reddito di cittadinanza, ai giovani meno propensi di lavorare in questi settori – spiega Emiliano Biraku, vice presidente della Confesercenti metropolitana – Si tratta di elementi che,in parte, possono certo concorrere ad un fenomeno che ha tuttavia la sua origine principale nelle efficienze del nostro mercato del lavoro. Il problema principale non è costituito dalla scarsità delle alternative nel mercato dell’occupazione e, nemmeno, dalla scarsa propensione al lavoro, ma semmai dall’asimmetria informativa sulle opportunità di lavoro e dall’inefficienza dei servizi di formazione e di quelli per l’impiego. È una vera emergenza economica, riconosciuta anche dalla Regione Veneto che ci ha coinvolti recentemente in un tavolo di crisi. Le imprese aspettano delle risposte e soluzioni immediate che possano almeno salvare il resto della stagione turistica “.
Riflessioni e proposte
Come dimostrano le ricerche, la modalità prevalente per cui si accede a un lavoro è attraverso il passaparola, le conoscenze dirette e le piattaforme digitali. Solo il 18% di chi non ha lavoro si rivolge a un centro pubblico per l’impiego.
Le assunzioni intermediate dai centri per l’impiego sono meno del 4%. Gli obiettivi del programma GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) previsto dal PNRR sono ambiziosi: entro l’anno si dovrà raggiungere almeno il 10% dei beneficiari, cioè 300mila persone su 3 milioni indicate entro il 2025. Il punto è che il piano di rafforzamento dei centri per l’impiego è in larga parte inattuato.
Biraku prosegue: “Esistono dei progetti pilota di piattaforme digitali che collegano formazione e lavoro, fornendo alle aziende liste di lavoratori con le competenze richieste, in tempi e con costi estremamente ridotti. La strada per incrociare domanda-offerta può essere un’infrastruttura digitale, in grado di categorizzare le skills attraverso un algoritmo di intelligenza artificiale in grado di facilitare al massimo il rapporto diretto tra offerta del datore e la domanda, tenendo conto che l’imprenditore, di solito, preferisce avere un approccio diretto con le persone che intende assumere. I centri per l’impiego, in questo caso, si rafforzerebbero con un nuovo ruolo di channel manager sulla gestione dei dati e l’organizzazione dell’offerta e della domanda del lavoro”.